CURCUMA, tra proprietà e falsi miti

La curcuma, pianta spontanea utilizzata da millenni nella medicina ayurvedica, è entrata da tempo a far parte anche delle abitudini alimentari occidentali. Ma cos’è esattamente? Da dove viene? E quali sono le sue proprietà?

La spezia curcuma è una polvere gialla ottenuta dalla macinazione di alcune piante appartenenti alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa dello Zenzero e del Cardamomo) e al Genere Curcuma. Conosciuta comunemente anche con il nome di zafferano d’India, è una pianta perenne spontanea, che può raggiungere il metro di altezza, e che risulta essere facilmente riconoscibile grazie alle sue foglie (larghe) e ai suoi fiori (gialli).

Della curcuma, la parte che riscuote maggiore interesse dal punto di vista nutrizionale è il così detto “rizoma tuberizzato” (ovvero la radice di forma cilindrica, di colore arancione e ricca di molecole nutrizionali di riserva), che per essere utilizzata come spezia deve essere fatta bollire per diverse ore, essiccata in forno e poi macinata ottenendo così una polvere dal caratteristico colore giallo ocra che, oltre ad essere un ingrediente per diversi piatti perlopiù asiatici (il curry, soprattutto) può essere anche impiegata come colorante alimentare naturale (E100).

La curcuma a tavola: i valori nutrizionali

100 g di curcuma in polvere apportano circa 312 Calorie e:

• 12,85 g di acqua
• 9,68 g di proteine
• 3,25 g di lipidi, tra cui: 1,838 g di grassi saturi, 0,449 g di grassi monoinsaturi, 0,756 g di grassi polinsaturi e 0,056 g di grassi trans
• 67,14 g di carboidrati
• 3,21 g di zuccheri
• 22,7 g di fibre
• 4,43 mg di vitamina E
• 1,350 mg di niacina
• 0,7 mg di vitamina C
• 0,150 mg di riboflavina
• 0,107 mg di vitamina B6
• 0,058 mg di tiamina
• 20 µg di folati
• 13,4 µg di vitamina K
• 2.080 mg di potassio
• 299 mg di fosforo
• 208 mg di magnesio
• 168 mg di calcio
• 55 mg di ferro
• 27 mg di sodio
• 4,50 mg di zinco

La curcuma è una fonte di curcumina e di oli essenziali.

I principali componenti della curcuma sono i curcuminoidi (3-5%), ovvero miscele di derivati del cinnamoilmetano, come la curcumina, la demetossi curcumina e la bis-demetossicurcumina. Ed è proprio la curcumina, concentrata nel rizoma (la sua radice), l’ingrediente attivo che conferirebbe alla spezia benefici curativi.
Essa ha un sapore piccante, leggermente amarognolo, distintamente terroso e un odore simile alla senape.

Proprietà benefiche

Proprio la sua composizione sembrerebbe conferire alla curcuma diverse proprietà farmacologiche.

Infatti, secondo un vasto numero di ricerche, sembra che un buon consumo di curcuma:

  • abbia un’attività antiinfiammatoria e sia capace di alleviare i dolori articolari. Contribuisce a ridurre i meccanismi infiammatori nell’organismo, soprattutto quelli che coinvolgono le articolazioni.
  • abbia un’attività antiossidante e antibatterica. Aiuta a combattere l’ossidazione cellulare e lo sviluppo dei radicali liberi. La curcumina è in grado di coadiuvare l’organismo nel contrastare i batteri esterni.
  • sia benefico a livello cardiovascolare. Favorisce la fluidificazione del sangue, migliora la circolazione, aiuta a regolare il colesterolo e protegge dagli infarti. Gli effetti benefici della curcumina a livello cardiologico sono stati evidenziati in una ricerca pubblicata nel 2012 dall’American Journal of Cardiology.
  • abbia benefici sulla memoria e sulla salute del cervello. Benefica per il sistema nervoso; contribuisce all’efficacia dei farmaci antidepressivi. Riscontri positivi nel proteggere le cellule neurali sono state segnalate in uno studio pubblicato su Bio Med Central.
  • aiuti la digestione. Favorisce il buon funzionamento dell’attività gastrica.
  • abbia una capacità cicatrizzante, seboregolatrice e lenitiva. Il rizoma fresco si può applicare su ferite, eritemi e morsi d’insetti. E’ ideale per curare varie affezioni dermatologiche, dall’acne, alla psoriasi alle micosi.

Falsi miti?

Numerose ricerche sono state fatte e sono in corso per decretare il potere curativo della curcuma. Una delle più recenti la mette però un po’ in ombra. Si tratta di uno studio pubblicato sul Journal of Medicinal Chemistry, condotto dal chimico farmaceutico dell’Università del Minnesota Michael Walters. Quest’ultimo sostiene che i benefici, in realtà, potrebbero essere il frutto di una sovrastima. La curcumina, il principale principio attivo della curcuma, darebbe infatti molti risultati falsi positivi nei test in cui si esaminano le sue proprietà biologiche.

Solitamente gli screening farmacologici controllano se una sostanza chimica si attacca a un sito di legame di una proteina implicata in una malattia, un indizio che può essere il punto di partenza per un farmaco. Ma alcune molecole, come la curcumina, sembrano mostrare una simile attività specifica anche quando in realtà non la possiedono. In sostanza, la curcumina sarebbe in grado di ingannare i test.
La difficoltà, per il momento, resta dimostrare inequivocabilmente e all’unanimità i benefici finora teorizzati. Il ridimensionamento ha evidenziato anche la difficoltà di assorbimento da parte dell’organismo e la necessità di esplorare ulteriormente le potenzialità di questa spezia.

Questo ci deve aiutare a capire che parlare di alimenti in termini di terapia è difficile oltre che in parte sbagliato. La curcuma come tanti altri alimenti contiene delle sostanze che sono potenzialmente benifiche per il nostro organismo, ciò non toglie che con l’alimentazione riusciamo ad introdurre quantità molto piccole che devono invece far fronte ad una macchina molto complessa che è quella del corpo umano.

Ovviamente ciò non significa che i benefici finora attribuiti alla spezia siano falsi. Assumere curcuma, anche solo per insaporire gli alimenti, non comporta alcuna controindicazione (salvo differente indicazione da parte del medico), soprattutto se il consumo di questa spezia viene associato ad uno stile di vita sano.

Ci sono controindicazioni?

  • L’utilizzo di questa spezia è sconsigliato a chi soffre di calcoli alla cistifellea o di ulcera.
  • Occorre prestare cautela nel suo consumo quando si stia seguendo una cura a base di farmaci anticoagulanti o anti aggreganti, dato che la curcuma rende il sangue maggiormente fluido.
  • Lo stesso vale in caso di gravidanza o allattamento: meglio rivolgersi al proprio medico curante.

Qualche consiglio?

  • Utilizzarla a crudo, mettendola solo a fine cottura. In questo modo si evita la dispersione dei principi nutritivi. Si può utilizzare in aggiunta alle insalate, allo yogurt, come insaporitore per le pietanze. Nelle zuppe, negli stufati, nelle vellutate, su verdure, carni bianche, pesci e molluschi, ma anche diluita nell’acqua calda e zenzero. Molto di moda è il golden milk, ovvero il latte d’oro, del quale esistono diverse varianti. Si prepara utilizzando acqua, latte di soia (o vaccino, di riso, di mandorla o di avena), zenzero, miele, curcuma fresca e pepe nero.
  • Aggiungere del pepe nero o dell’olio d’oliva. Questo aiuta ad assimilarla, ne favorisce l’assorbimento nella circolazione sanguigna, amplificandone i benefici.
  • Calibrare le quantità: dosi eccessive possono essere controproducenti. L’ideale è un cucchiaio al giorno.
  • Ottima non solo in cucina. Online è possibile reperire innumerevoli ricette e indicazioni relative al benessere del viso e del corpo (dalle maschere per il viso ai trattamenti per capelli all’olio di curcuma, dagli impacchi antinfiammatori ai sali da bagno fino ai massaggi antidolorifici).

(Articolo scritto per il blog di Smileat – Health Concept Store)

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