Il motivo principale per cui è utile tenere un diario alimentare è che ci aiuta a diventare pienamente consapevoli del nostro stile di vita e per ogni cambiamento, prima ancora della volontà, è necessaria la consapevolezza.

Sembra banale, ma non sempre abbiamo la reale consapevolezza di cosa mangiamo, quando e perché. Mangiare, infatti, è un’azione che compiamo tutti i giorni, più volte al giorno, e come ogni azione ripetuta, a lungo andare, diventa meccanica. Se però ci fermiamo e andiamo a fondo a quell’atto meccanico, scopriamo due aspetti: quello che pensiamo di fare e quello che realmente facciamo.

Riflettiamo. Se ci venisse chiesto di raccontare le nostre abitudini alimentari, siamo sicuri che saremo capaci di dire proprio tutto? È molto probabile che lo faremmo a grandi linee, finendo per omettere alcuni particolari, magari per dimenticanza o perché convinti della loro marginale importanza. Potremmo, ad esempio, dimenticarci di quel calice di vino consumato durante il pasto, il parmigiano grattugiato sul primo piatto, il latte o lo zucchero messo nel caffè, i grissini mangiati per ingannare l’attesa, il fatto che per “consumo di pesce” facciamo riferimento quasi esclusivamente al tonno in scatola, o che la nostra “insalatona” è un’abbondante ciotola in cui le verdure sono una componente minimale mentre tutto il resto è mais, alimenti sott’olio, uova, formaggi, acciughe etc.. Se, invece, per raccontare le nostre abitudini alimentari individuassimo un momento specifico durante la giornata, quanto sarebbe diversa la visione delle cose? Dedicando la giusta attenzione, senza perdere tempo, saremmo capaci non solo di descrivere cosa abbiamo mangiato ma anche di descrivere in modo preciso l’orario dei nostri pasti, se ci arriviamo con una sensazione di fame ovvero se ci troviamo a mangiare senza appetito ma per affrontare delle situazioni/emozioni particolari.

Sembra banale, ma sono esattamente queste piccole attenzioni che orientano il nostro stile di vita. Prendere consapevolezza di quelli che sono gli errori o i punti critici su cui lavorare è essenziale per iniziare un cambiamento. Per questo è consigliato tenere un diario alimentare: fermarsi e scrivere significa prendersi del tempo per sé; significa responsabilizzare un atto che invece che meccanico deve essere molto consapevole. É un diario personale, a cui raccontarsi.

Il diario alimentare è utile prima di iniziare una dieta, ma anche durante il percorso, dove, nonostante il piano concordato, possono sempre esserci dei dubbi o delle cose da chiarire. Magari nel mettere nero su bianco, ci rendiamo conto che il nostro problema è la mancanza di varietà nel menù settimanale e che invece che togliere in modo ossessivo alcune classi di alimenti, ne dovremmo aggiungere altre a cui non siamo abituati.

Potremmo accorgerci di dover dedicare più tempo alla spesa o che, senza rendercene conto, siamo soliti saltare completamente dei pasti o mangiare troppo poco. “Meno è meglio” non è sempre una strategia giusta, soprattutto se è proprio questo che ci porta ad avere fame dopo cena o a bramare per tutto il giorno un dolce o un piatto di pasta. A volte, basta semplicemente prendere consapevolezza. In questo modo ci renderemo conto che quel cambiamento che vedevamo impossibile, in realtà, può essere più vicino di quanto pensassimo.

 

Bibliografia ed approfondimenti:

Ortega RM, Pérez-Rodrigo C, López-Sobaler AM. Dietary assessment methods: dietary records. Nutr Hosp. 2015;31 Suppl 3:38–45. Published 2015 Feb 26. doi:10.3305/nh.2015.31.sup3.8749

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